Secondo Benedetto XVI, sorge attraverso la Chiesa l’opportunità di rivolgere agli artisti il caloroso e provocante appello affinché, insieme ai credenti, attraversino lo stupore del bello, della bontà e del vero. È la constatazione di cui si appropria il Santo Padre e consegna agli artisti nel discorso dettato nella Cappella Sistina, il 21 novembre 2009, inneggiandone il valore estetico. «Protagonisti di questo incontro siete voi, cari e illustri artisti, appartenenti a Paesi, culture e religioni diverse, forse anche lontani da esperienze religiose, ma desiderosi di mantenere viva una comunicazione con la Chiesa cattolica e di non restringere gli orizzonti dell’esistenza alla mera materialità, ad una visione riduttiva e banalizzante. Voi rappresentate il variegato mondo delle arti e, proprio per questo, attraverso di voi vorrei far giungere a tutti gli artisti il mio invito all’amicizia, al dialogo, alla collaborazione».
Cavalcando le orme dei suoi santi predecessori, Paolo VI e Giovanni Paolo II, anche papa Ratzinger intende salvaguardare le urgenti attese del Concilio Vaticano II, «condividendo, analizzando con serietà e obiettività i motivi che avevano turbato tale rapporto e assumendosi ciascuno con coraggio e passione la responsabilità di un rinnovato, approfondito itinerario di conoscenza e di dialogo, in vista di un’autentica “rinascita” dell’arte, nel contesto di un nuovo umanesimo».
Per Benedetto XVI esistono artisti che sperimentano l’effervescenza e la trasparenza dell’arte, la quale chiude alle sorti scialbe e superficiali dell’ipocrisia e dell’oscenità e a tante altre forme idolatriche ed infauste. Artisti celebri, da Agostino a Dostoevskij, da Georges Braque e a Cyprian Norwid, a Simone Weil, tramandano l’autentica bellezza che “schiude il cuore umano alla nostalgia, al desiderio profondo di conoscere, di amare, di andare verso l’Altro, verso l’Oltre da sé”. «L’arte, in tutte le sue espressioni – postilla il Papa – nel momento in cui si confronta con i grandi interrogativi dell’esistenza, con i temi fondamentali da cui deriva il senso del vivere, può assumere una valenza religiosa e trasformarsi in un percorso di profonda riflessione interiore e di spiritualità. Questa affinità, questa sintonia tra percorso di fede e itinerario artistico, l’attesta un incalcolabile numero di opere d’arte che hanno come protagonisti i personaggi, le storie, i simboli di quel immenso deposito di “figure” che è la Bibbia, la Sacra Scrittura. Le grandi narrazioni bibliche, i temi, le immagini, le parabole hanno ispirato innumerevoli capolavori in ogni settore delle arti, come pure hanno parlato al cuore di ogni generazione di credenti mediante le opere dell’artigianato e dell’arte locale, non meno eloquenti e coinvolgenti».
[a cura di G. B. Gandolfo]