Calderara appare ora come un minuscolo ed appartato borgo montano, in passato però il paese e l’intero territorio dell’Alta Valle Arroscia ebbero una notevole importanza strategica, poiché percorsi dalle vie di transito tra Piemonte e Liguria.
Ancor oggi, fuori paese, a vegliare sul piccolo cimitero, sorge l’antica parrocchiale dedicata a San Giorgio, risalente ai secoli XI-XII; l’edificio venne poi ampliato nel XV secolo con l’aggiunta di una navata laterale sul fianco nord, ove fu aperto anche un ingresso laterale.
Il “Maestro di Bastia”, pittore itinerante all’opera fra Ponente ligure e basso Piemonte, venne chiamato ad affrescare la chiesa a fine XIV secolo, forse per celebrare un profondo mutamento politico; nel 1386 infatti il Comune di Genova aveva acquistato dai Marchesi di Clavesana il territorio di Pieve di Teco, di cui Calderara era “villa superiore”.
Nonostante i secoli, San Giorgio svela agli occhi del visitatore il suo sconosciuto tesoro straordinario: uno dei tre soli cicli ad affresco dedicati ai mesi dell’anno attualmente presenti nel Ponente Ligure. Raccolto ed esaltato tra la teoria degli Apostoli e il Pantocrator, il calendario si distende nell’abside e ci accompagna, attraverso le antiche occupazioni, di mese in mese. Il tempo sacro e il tempo del lavoro si riflettono l’uno nell’altro nella loro ciclicità, uno straordinario scambio tra la vita fuggevole dell’uomo e l’eternità. Ed è ad essa che conducono le vivaci ed operose figurine, poiché la fatica quotidiana non è più condanna per la colpa originale, ma via per la salvezza aperta da Cristo che veglia su noi uomini e rifulge nella sua gloria.
[Testo a cura di Anna Marchini]