Una costante del magistero di Benedetto XVI sta nell’insegnare che l’arte si dipana quale irradiamento della bellezza divina con cui l’artista contempla e serve Dio. Già da cardinale, durante il Messaggio al “Meeting di Rimini del 2002”, Ratzinger dice che «la bellezza è certamente conoscenza, una forma superiore di conoscenza poiché colpisce l’uomo con tutta la grandezza della verità. La vera conoscenza – insiste ancora il Papa – è essere colpiti dal dardo della bellezza che ferisce l’uomo. L’essere colpiti e conquistati attraverso la bellezza di Cristo è conoscenza più reale e più profonda della mera deduzione razionale». Eletto pontefice il papa bavarese, fin dall’inizio del suo pontificato, conferma che la bellezza e l’amicizia hanno come punto di arrivo e di confronto Gesù stesso. «Non vi è niente di più bello – spiega Benedetto XVI – che essere raggiunti, sorpresi dal Vangelo, da Cristo. Non vi è niente di più bello che conoscere Lui e comunicare agli altri l’amicizia con Lui».
Concetto questo ripreso in occasione della presentazione del “Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica”, quando afferma: «Immagine e parola s’illuminano così a vicenda. L’arte “parla” sempre, almeno implicitamente, del divino, della bellezza infinita di Dio, riflessa nell’Icona per eccellenza: Cristo Signore, Immagine del Dio invisibile. Le immagini sacre, con la loro bellezza, sono anch’esse annuncio evangelico ed esprimono lo splendore della verità cattolica, mostrando la suprema armonia tra il buono ed il bello, tra la “via veritatis” e la “via pulchritudinis”».
Benedetto XVI indica agli artisti una “via della bellezza”, che, oltre a richiamare il valore di un cammino estetico importante, conduce anche all’istituzione di un valido percorso di fede e di ricerca teologica.
«Voi siete custodi della bellezza – elogia il Papa – Siate perciò grati dei doni ricevuti e pienamente consapevoli della grande responsabilità di comunicare la bellezza, di far comunicare la bellezza, di far comunicare nella bellezza e attraverso la bellezza! Siate anche voi, attraverso la vostra arte, annunciatori e testimoni di speranza per l’umanità! E non abbiate paura di confrontarvi con la sorgente prima e ultima della bellezza, di dialogare con i credenti, con chi come voi si sente pellegrino nel mondo e nella storia verso la Bellezza infinita! La fede non toglie nulla al vostro genio, alla vostra arte, anzi li esalta e li nutre, li incoraggia a varcare la soglia e a contemplare con occhi affascinanti e commossi la meta ultima e definitiva, il sole senza tramonto che illumina e fa bello il presente».
[A cura di G.B. Gandolfo]