La chiesa della Madonna della Ripa, così denominata in quanto edificata nel 1370 a strapiombo della riva del fiume Arroscia, è un monumento che presenta forme peculiari dell’architettura tardo gotica della Liguria di ponente ancora integre e risalenti alla metà del XV secolo. Le forme architettoniche, analogamente ad altri esempi che si trovano a Pigna, Montegrazie, Lucinasco e Rezzo, si caratterizzano per la presenza di colonne in pietra nera, capitelli stilizzati, archi ogivali e l’abside quadrangolare. La particolare dislocazione della chiesa, allineata sulla direttrice del fiume sottostante, ha sicuramente condizionato la posizione della porta principale posta sul lato sinistro e caratterizzata da un grande portale gotico. Recenti restauri hanno permesso la riscoperta di parte della decorazione murale della chiesa con gli affreschi di fine
Trecento della parete sinistra e le pitture murali superstiti di un ciclo senz’altro più ampio, realizzate nel 1535-37 da Pietro Guido da Ranzo. Queste pitture, insieme a quelle della chiesa degli Agostiniani, si possono annoverare tra quelle che dovevano esistere a Pieve di Teco, ma che all’epoca non erano ancora state rinvenute 102. Il brano di pittura murale, sicuramente parte superstite di un affresco di maggiori dimensioni, si compone di tre figure, con il volto scalpellato, con al centro la Sant’Anna Metterza (…) che siede su un trono dalle forme gotiche molto stilizzate con due angeli posti sullo schienale. Nel riquadro di sinistra è raffigurato San Rocco realizzato riproducendo un modello consolidato dalla eclettica pratica guidiana dove il santo viene reso riconoscibile soprattutto per la piaga della peste che mostra sulla coscia sinistra, ma che nel contempo indossa il mantello e il copricapo (con conchiglia) e porta il bastone, tutti elementi distintivi del pellegrino, e attribuibili anche a San Giacomo. Sulla banda sottostante al santo si legge un’iscrizione mutila che doveva ricordare il nome, o uno dei nomi, dei committenti:
[HOC OPUS FEC] IT FIERI CASPAR […]
A sinistra del riquadro si intravvede un piccolo brano di affresco con la colonnina tortile di una nicchia, del tutto simile a quella dove campeggia San Rocco, dove era col locato un altro personaggio sacro, a dimostrazione di una maggiore estensione delle pitture.
Nello scomparto di destra è parzialmente visibile l’immagine di una santa con un diadema sul capo che, sotto il manto regale aperto dalle braccia allargate come la Madonna di Misericordia, accoglie un gruppo di giovani donne, e che si identifica in Sant’Orsola, anche grazie allo sventolante vessillo con la croce rossa in campo bianco che reca in mano103. Interessante notare la varietà della decorazione delle cornici impiegate da Pietro Guido, il quale dimostra, in tutti i cicli, di possedere un vasto e collaudato repertorio di motivi ornamentali che utilizza, e padroneggia, con disinvoltura nel circoscrivere i vari riquadri. In questo caso una banda a motivi geometrici corre lungo tutta la parte inferiore delle pitture, mentre i tre riquadri presentano decori differenti. come quello soprastante Sant’Orsola che si compone di rami di rose avvolti a girale, o il motivo che insiste sul quadro al centro che si presenta come un doppio cordone dall’andamento spiraliforme e infine l’ornamento al di sopra del San Rocco che riproduce esattamente quello dipinto sul revers, o sopracielo, posto a protezione del polittico di Santo Stefano di Pogli, dipinto dal Guido nel 1537, quindi in epoca pressoché contemporanea agli affreschi della Ripa, cioè forme ungulate con racemi vegetali in campo rosso e blu.
Alfonso Sista,
“i Guido da Ranzo”, 2014
Grafica e impaginazione Natale Neri, Sanremo (IM) Stampa: Litografia Bacchetta, Albenga (SV)
Si ringraziano Alfonso Sista e il Comune di Ranzo.