La luce è sicuramente uno dei temi fondamentali della Commedia dantesca. Aspetti di luminosità non mancano neanche nell’Inferno e sono sempre più presenti ed intensi nella seconda cantica. È nel Paradiso tuttavia che la luce diventa protagonista assoluta del paesaggio celeste e dell’esperienza dantesca.
irgilio, usciti dal buio dell’inferno – un buio che, come abbiamo visto negli interventi precedenti, presenta alcune striature luminose – si trovano sulla spiaggia del Purgatorio.
abato 22 maggio è terminata la mostra E quindi uscimmo a riveder le stelle, organizzata dalla Biblioteca Diocesana “Mons. A. Piazza” di Albenga in occasione del Centenario dantesco.
L’Inferno di Dante presenta tutte le forme del male, dall’ignavia al peccato che il Poeta ritiene essere la colpa più grave: tradimento. Anche la scenografia dell’intera prima cantica risente di questa vera e propria immersione nel peccato:
L’amabile ospitalità che Admeto, re di Fere, città della Tessaglia, ha offerto ad Apollo, ha meritato una ben singola ricompensa: Admeto potrà non morire, qualora riuscirà a convincere qualcuno a morire al posto suo.
Secondo un luogo comune che ancora resiste nell’immaginario collettivo, il Medioevo sarebbe un periodo buio e retrivo, un’oscura epoca di passaggio tra l’Antichità classica e il Rinascimento. Nulla di tutto ciò corrisponde al vero: in realtà il Medioevo ama profondamente la luce